Inizio 2022 con la Reunion di Harry Potter

Non posso dire di esser cresciuto con Harry Potter, anzi tutto il contrario, li ho visti per la prima volta nel 2017 per 8 giorni consecutivi (amici testimoni). In realtà il primo film l’ho visto di sfuggita in TV quando ero piccolino ma ricordo soltanto il plaid con Harry Potter… Però quello della copertina del libro.

Vendendo la saga da adulto e non avendo mai letto i libri (ho iniziato a farlo) da una parte mi sono perso veramente tanti dettagli, ma dall’altra ho apprezzato la saga sia per il mondo fantastico ma soprattuto per cosa trasmetta ongi singola volta che la guardo.

Ciò che amo di Harry Potter è quel “tutto il resto” che spesso e volentieri viene dimenticato. Quello che è stato fatto con questi film è quanto di più semplice ma sensazionale: portare una saga, già di per se famosa, al cinema ma sviluppandola con la crescita degli interpreti stessi, e per me questa rimane e rimarrà pura follia, e sinceramente è solo questo che mi fa rivedere Harry Poter più volte l’anno.

A prescindere dalla Reunion, che ho ovviamente visto poco fa, ignorando bellamente la classica partita a carte (che puntualmente perdo), è papabile la passione che c’è dietro ogni regista che ha diretto il film. Tanto che i film sono totalmente diversi tra loro ma non scollegati, anzi, direi che crescono esponenzialmente di maturità (alla faccia di chi dice che HP è per bambini).

Ogni regista ha espresso il suo carattere nel film che ha diretto:

  • Chris Columbus (Pietra Filosofale e Camera dei Segreti) , ha diretto due film con il 90% dei protagonisti bambini riuscendo a creare un’ibrido tra set cinematografico e “parco giochi”, potando a casa due film, a mio parere ineguagliabili a livello di atmosfera familiare creata;

  • Alfonso Cuaròn, direttore de “Il Prigionioero di Azkaban, è riuscito a mantenere l’atmosfera familiare dei due precedenti film, enfatizzando perfettamente il rapporto iniziale tra Serius Black e Harry Potter;

  • Mike Newell, direttore de “Il Calice di Fuoco”, tra tutti i registi è il più giocherellone e “pomposo”, lo si vede dalla quantità di effetti speciali e visivi presenti nel film. Gli stessi attori lo definisco con l’anima infantile , ed è proprio questa sua caratteristiche che segna e spezza la saga in due;

  • David Yates, direttore de “L’Ordine della Fenice”, “Il Principe Mezzosangue” e i le due parti de “I Doni della Morte”, probabilmente tra tutti è il regista che ha trattato tutti gli attori allo stesso modo, da adulti, dovendo affrontare anche lui il problema di tutti Cuarçn e Newell, entrare a piè pari in un cast composto da persone che si conoscono da anni. David Yates ha sicuramente dato un’atmosfera dark ai suoi film dicendo praticamente ok, basta film per bambini, ora si fa sul serio.

Lo ammetto, quest’ora e quaranta di reunion mi ha commosso non poco. Vedere gli attori reagire a quella fantastica avventura, crescita professionale e soprattuto personale, parlare tra di loro dopo 20 anni, è da rimanere senza parole. Soprattutto pensando a quegli attori che avrei voluto vedere lì ma che purtroppo non ci sono più.

Per chi ama Harry Potter, mi riferisco ai film, il riguardarlo continuamene equivale a tornare a casa, in un luogo immaginario ma intimpo e protetto, per me è così e non cambierà mai.

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Sarà ingenuità? Boh…

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Fine 2021